Si prosegue con il review tour dedicato al romanzo di Dario Crapanzano, “La squillo e il delitto di Lambrate“, pubblicato da SEM Libri. In questa tappa vi parlerò dell’ambientazione, la suggestiva Milano degli anni ’50 e nel pomeriggio condividerò le mie impressioni a riguardo.
Acquistalo subito: La squillo e il delitto di Lambrate
Editore: SEM Libri
Genere: Giallo
Data di uscita: 18 Gennaio
Prezzo: € 15,00
Se c’è una cosa che ho apprezzato, oltre la storia, è l’ambientazione. Ci troviamo a Milano, negli anni ’50, una città ben lontana dall’immagine odierna. Dario Crapanzano la rende una degna protagonista nel suo ultimo romanzo “La squillo e il delitto di Lambrate”, pubblicato a gennaio dalla casa editrice SEM.
Ma com’era realmente Milano negli anni 50? Immaginate che sia appena finita la guerra, che l’Italia stia respirando finalmente una brezza di pace mentre l’ombra di nazisti e fascisti piano piano si allontanava, facendo spazio alla luce della rinascita.
Milano in quegli anni era proprio una città che si stava ricostruendo, un po’ come una fenice che risorge dalle ceneri, aiutata dalle mani dei suoi abitanti che mattone dopo mattone ricostruiscono non solo i palazzi ma anche le loro vite.
È vero che i periodi che hanno visto i maggiori sviluppi tecnologici sono quelli in cui ci sono state delle guerre o quelli subito antecedenti, ma anche in questo clima c’è uno sviluppo se non tecnologico, sociale.
In questi anni Milano è una delle tre capitali europee della musica, la città cresce, facendo spazio a un nuovo tipo di vita, si apre di nuovo ad un’industria che non sia quella bellica e vede sorgere l’alba sul sentiero che la porterà verso la grandezza.
Il popolo stava ricostruendo poco a poco una quotidianità sfasciata dalle bombe, incollando pezzo dopo pezzo i frammenti di vite tartassate dalla guerra. Come accade spesso i momenti in cui le persone danno il meglio di sé stesse sono proprio quelli in cui, toccato il fondo, si rialzano e decidono di lavorare insieme per ricostruire ciò che è andato perduto.
Ovviamente non c’è solo questo positivismo a mandare avanti la città, infatti lentamente tornano a farsi vivi i rimasugli del partito fascista, pronti a fare man bassa nella miseria lasciata dalla guerra, pronti a riportare il terrore nelle vite di tutti, sventolando lo stendardo del loro nuovo partito.
Lambrate è l’esempio calzante di come un luogo possa ancora resistere agli orrori della guerra, una colonna portante della comunità che affonda le sue radici nella storia, protagonista di produzioni letterarie e di accese discussioni fra gli appassionati di Lambretta e Vespa.
Nel romanzo Milano non è un semplice sfondo, ha un’anima propria, si svela al lettore mostrando tutta la sua bellezza grezza ed è per questo motivo che affezionarsi alle sue strade, al vociare delle persone e ai rumori circostanti riesce facile.
Per il momento mi fermo qui e nel pomeriggio vi racconterò della mia esperienza in una recensione dedicata al romanzo.
“I bombardamenti, soprattutto quelli dell’ultimo periodo della guerra, avevano raso al suolo circa un terzo degli edifici milanesi, lasciando al loro posto montagne di macerie.”